La rigidità cervicale è un disturbo molto diffuso e comune. Generalmente è caratterizzata da dolenzia diffusa sulle spalle, dolore e pesantezza tra le scapole e lungo il collo fino alla base della nuca. I movimenti del collo sono limitati e dolenti, specialmente ruotare la testa da un lato come quando si vuole guardare dietro mentre si fa retromarcia in auto. La rigidità cervicale spesso è associata a mal di testa, cefalea tensiva o emicrania.

Può essere anche uno dei sintomi che accompagnano episodi di vertigine o pseudo-vertigine, con o senza cefalea, perché i disordini cervicali possono essere causa di capogiri o “vertigini cervicali”.

Cosa fare in caso di rigidità cervicale

La rigidità cervicale è una condizione clinica di facile gestione: spesso ha un’origine muscolare e può essere trattata velocemente e con poche sedute.

La rigidità cervicale è una delle caratteristiche fondamentali della “cervicalgia”. Quando la mobilità cervicale viene limitata e la rigidità si manifesta, che sia lieve o grave, che sia insorta dopo aver dormito in una certa posizione o dopo uno sforzo, le prime cose da fare sono semplici e uguali per tutti:

Consapevolezza: rendersi consapevoli che qualcosa è successo, è normale che il collo possa irrigidirsi e che c’è bisogno di almeno 24 ore per poter ipotizzare una possibile causa e decidere cosa fare.

Tranquillità: è importante restare tranquilli, “ascoltare” il corpo ed evitare i movimenti e posizioni che provocano più dolore e aumentano la rigidità. Evitare “pensieri catastrofici” che aumentano solo la percezione del dolore. Questo vale per le prime 24-48 ore.                                                                         

Rivolgersi ad esperti: prima di prendere farmaci che non servono e hanno effetti collaterali, e senza andare dal medico, è sufficiente chiamare un fisioterapista specializzato e chiedere un consulto.                    

Movimento: è fondamentale continuare a fare le cose normalmente con i dovuti accorgimenti. Da evitare assolutamente il riposo passivo, ad esempio stare a letto o prendere farmaci subito, mettere un collare o fare radiografie o risonanze. Tutto ciò non serve e peggiora la situazione, indebolendo mente e corpo.                                                                       

Realismo: non esistono cuscini magici, creme da spalmare o farmaci miracolosi per risolvere tutto e subito. Farmaci: gli antinfiammatori servono a ridurre i processi di infiammazione ma l’infiammazione è un evento naturale e necessario. I primi 4-5 giorni non dovrebbero essere assunti. Se dopo una settimana la rigidità, il gonfiore o i dolori permangono allo stesso livello o peggiorano ha senso prenderne ma solo su indicazione medica.                                                                               

Stretching e movimenti dolci: non appena possibile è bene iniziare a fare pochi ma continui esercizi di stretching dinamico (cioè movimenti ripetuti) e tonificazione del collo, anche generici.  Muoversi è sempre benefico e aiuta a migliorare la cosiddetta “stretch tolerance” cioè “l’estensibilità” dei tessuti. Questo si traduce in una maggiore capacità di movimento e benessere.                                                                       

Esercizi aerobici a basso impatto: oltre ai semplici esercizi di stretching o movimento generale, qualsiasi forma di esercizio aerobico a basso impatto è consigliato da subito: camminare, bicicletta, step machine o ellittica, meglio all’aria aperta per una migliore ossigenazione ed “impatto emotivo”.                          

Trattamento manuale: il fisioterapista esperto saprà usare e dosare le migliori tecniche di manipolazione tissutale. Si eseguono con le mani o con strumenti particolari, e consistono in pressioni sostenute o associate a movimenti. Vengono interessati diversi tessuti contemporaneamente: la cute, i vasi sanguigni, i nervi stessi, la fascia, i muscoli, i tendini, le articolazioni, i legamenti e le inserzioni di tali tessuti sulle ossa. Generalmente sono tecniche lente e di piccola ampiezza, con intensità e profondità graduali, per tempi adeguati alla condizione ed alla tollerabilità del paziente.

 

Ne indichiamo quelle con provata efficacia:

tecniche miotensive di rilassamento e inibizione che sono tecniche di mobilizzazione attivo-assistite che prevedono stimolazioni specifiche e stretching dinamico;

tecniche di manipolazione spinale: sono tecniche di medicina manuale ortopedica e osteopatica, veloci, di piccola ampiezza, che possono produrre rumori particolari (i famosi scrocchi o “crack”) usate solo da mani esperte, molto sicure ed efficaci;

tecniche di educazione neuroscientifica e coaching per apprendere la neurofisiologia del dolore, rimodulare convinzioni negative, stimolare una partecipazione attiva del paziente nel processo di guarigione;

tecniche di ricondizionamento neuro-muscolare: esercizi specifici, semplici, per stimolare il sistema nervoso con effetti neurofisiologici locali e globali e favorire il recupero della resistenza e della mobilità tissutale.

 

 

Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

https://www.clinicadelmalditesta.it/rigidita-cervicale-e-trattamento/

 

 

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