Movimento e Allenamento

Movimento e Allenamento

Tutto il nostro corpo è progettato per muoversi.
Pensiamo al piede, organo straordinario che si adatta alle asperità del suolo per consentire la locomozione.
Pensiamo alla colonna vertebrale che con le sue vertebre assicura flessibilità e allo stesso tempo capacità di sopportare carico.
Pensiamo alla mano coi suoi movimenti fini che consentono la di prendere oggetti e di accarezzare delicatamente il volto di un bambino.

Tutto è stato progettato per muoversi e la forma del nostro corpo è plasmata dai movimenti che facciamo seguendo la regola che: “la forma è il risultato della funzione”

La forma è il risultato della funzione

Spieghiamo questo concetto partendo dall’inizio.

Quando il nascituro si trova nel grembo materno la posizione che assume è quella fetale. La colonna vertebrale presenta una unica curvatura con la parte concava rivolta in avanti (cifosi) come fosse una lettere “C”. Dopo la nascita il neonato non controlla in un primo momento la posizione del capo e, quando questo avviene, si forma a livello della colonna cervicale una nuova curva avente la concavità opposta (lordosi) a quella già presente.
Successivamente il bimbo acquisirà la posizione eretta per camminare e questo determinerà la formazione di una nuova curva a livello lombare (lordosi) che è il risultato della tensione di alcuni muscoli che uniscono l’anca alla colonna vertebrale.

La nostra colonna vertebrale presenta pertanto tre curvature: La cifosi dorsale, che è la prima a strutturarsi, la lordosi cervicale e quella lombare che sono frutto della funzione che la colonna deve assolvere.
Con questo semplice esempio abbiamo conferma che la forma è governata dalla funzione motoria. 

 

Com’è organizzato il movimento umano?

Ciò che sappiamo è che esistono delle aree della corteccia cerebrale (la parte più esterna del cervello dal caratteristico colore grigio) che sono responsabili del movimento.

Inizialmente pensavamo che in queste aree cerebrali ci fosse scritto il singolo muscolo ma ciò che abbiamo capito successivamente che nelle aree cerebrali ci sono scritte le funzioni.

 

Come interviene il fisioterapista

Il fisioterapista, infatti, nella scelta dell’esercizio terapeutico più idoneo da somministrare ad un paziente deve tenere conto di questo principio fornendo una serie di esercizi che possano riallenare le diverse funzioni del paziente. 

Ad esempio in un soggetto che ha sofferto di una qualche patologia alla spalla si possono dare esercizi volti ad indicare una direzione, seguendo semplicemente il profilo di un oggetto. Questo esercizio può essere eseguito con o senza un peso al fine di aumentare l’intensità dell’esercizio stesso. Oppure si possono dare esercizi finalizzati alla prensione di oggetti o al lancio di oggetti. 
Sebbene tutti questi esercizi coinvolgano gli stessi gruppi muscolari implicano, come già detto, schemi di attivazione differenti. 
La specificità dell’esercizio è un elemento estremamente importante sia per chi vuole allenarsi in maniera adeguata e, lo è ancor di più, quando si parla di recuperare una funzione momentaneamente persa.

Importante è considerare anche le possibili integrazioni che il movimento e l’allenamento oggi stanno avendo con varie tecnologie come ad esempio alcuni sistemi per la tecarterapia che stanno implementando interfacce dinamiche per l’utilizzo in allenamento.

L’era del mero rinforzo muscolare è terminata ed ha lasciato il posto all’esercizio funzionale.

Un esercizio che rende il recupero più specifico e quindi, che determina risultati più veloci.

Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

https://www.fisioterapiaitalia.com/terapie/movimento-e-allenamento/ 

NON E' SOLO QUELLO CHE FAI, MA CIO' CHE PENSI DI FARE CHE FA LA DIFFERENZA.

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Movimento ed Allenamento

Movimento ed Allenamento

Il movimento è vita!

Questa affermazione può sembrare una generalizzazione ma non è così.

Tutto il nostro corpo  è stato progettato per muoversi e la forma del nostro corpo è plasmata dai movimenti che facciamo seguendo la regola che: “la forma è il risultato della funzione”

La forma è il risultato della funzione

Spieghiamo questo concetto partendo dall’inizio.

Quando il nascituro si trova nel grembo materno la posizione che assume è quella fetale. La colonna vertebrale presenta una unica curvatura con la parte concava rivolta in avanti (cifosi) come fosse una lettera “C”. Dopo la nascita il neonato non controlla in un primo momento la posizione del capo e, quando questo avviene, si forma a livello della colonna cervicale una nuova curva avente la concavità opposta (lordosi) a quella già presente.

Successivamente il bimbo acquisirà la posizione eretta per camminare e questo determinerà la formazione di una nuova curva a livello lombare (lordosi) che è il risultato della tensione di alcuni muscoli che uniscono l’anca alla colonna vertebrale.

La nostra colonna vertebrale presenta pertanto tre curvature: La cifosi dorsale, che è la prima a strutturarsi, la lordosi cervicale e quella lombare che sono frutto della funzione che la colonna deve assolvere.

Com’è organizzato il movimento umano?

Esistono delle aree della corteccia cerebrale (la parte più esterna del cervello dal caratteristico colore grigio) che sono responsabili del movimento.

Inizialmente pensavamo che in queste aree cerebrali ci fosse scritto il singolo muscolo ma ciò che abbiamo capito successivamente che nelle aree cerebrali ci sono scritte le funzioni.

Come esempio possiamo osservare due movimenti simili che producono l’allungamento del braccio ovvero l’afferrare un oggetto o indicare una direzione.

Questi movimenti sono prodotti da attivazioni del cervello differenti.Questo perché nel nostro cervello ci sono scritte le funzioni piuttosto che i singoli movimenti e ciò ha un impatto significativo sulla scelta del corretto esercizio per la cura di una specifica problematica.

Il ruolo del fisioterapista

Il fisioterapista, infatti, nella scelta dell’esercizio terapeutico più idoneo da somministrare ad un paziente deve tenere conto di questo principio fornendo una serie di esercizi che possano riallenare le diverse funzioni del paziente. 

La specificità dell’esercizio è un elemento estremamente importante sia per chi vuole allenarsi in maniera adeguata e, lo è ancor di più, quando si parla di recuperare una funzione momentaneamente persa.

Questi concetti volgono ovviamente per tutto il movimento umano. Il fisioterapista, da questo punto di vista deve:

  • In prima analisi comprendere quale sia la funzione che è più importante recuperare e deve dare degli esercizi di movimento o allenamento terapeutici specifici per quella funzione piuttosto che limitarsi a rinforzare dei muscoli.

Per questa ragione, seguire un programma di esercizi di movimento o allenamento senza che ci sia stata una valutazione funzionale da parte del fisioterapista può essere inutile in quanto non è detto che si lavori sulla funzione ridotta dal processo patologico.

Importante è considerare anche le possibili integrazioni che il movimento e l’allenamento oggi stanno avendo con varie tecnologie come alcuni sistemi per la tecarterapia che stanno implementando interfacce dinamiche per l’utilizzo in allenamento.

L’era del mero rinforzo muscolare è terminata ed ha lasciato il posto all’esercizio funzionale.

Un esercizio che rende il recupero più specifico e quindi, che determina risultati più veloci.

 

 

Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

https://www.fisioterapiaitalia.com/terapie/movimento-e-allenamento/ 

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Percorso Salute: la storia di Roberta

Percorso Salute: la storia di Roberta

 

Roberta, 23 anni

Sin da piccola non ho mai avuto un bel rapporto con il mio corpo: l’immagine che vedevo allo specchio mi portava ad avere insicurezze, tanto da influenzare anche le relazioni sociali. Ho sempre pensato a quanto sarebbe stato bello essere in forma, poter indossare un vestito più aderente e, perché no, una bella minigonna.

Per anni mi sono trascurata: il mio stile di vita era prevalentemente sedentario, mangiavo quel che capitava senza pensare che questo potesse influire negativamente sul mio benessere psico-fisico; sono arrivata a raggiungere 77kg su 1.58 di altezza.

Un giorno guardandomi allo specchio, mi sono detta “Basta Roby, a 20 anni non puoi andare avanti così. Non ti piaci? Cerca di migliorarti!”.

Così, a gennaio 2020, ho deciso di intraprendere il mio Percorso Salute presso il Centro DiversaMente Benessere: avevo bisogno di aiuto, consapevole del fatto che le diete “fai da te” non facessero al caso mio.

Mi sono affidata alla Dott.ssa Simona Piccoli, una professionista nel suo campo, attenta ad ascoltare e capire quello di cui avevo bisogno.  Abbiamo iniziato insieme un percorso cucito sulla mia persona che mi ha portato a perdere 14 kg e che mi ha ridato quell’autostima che, diciamoci chiaramente, non avevo prima.

Il percorso non è stato facile, delle volte ho persino pensato di mollare ma la mia tenacia e la mia determinazione a raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissata hanno avuto la meglio.

Molto importante, inoltre, è stato abbinare al piano alimentare l’esercizio fisico. Durante il periodo primaverile/estivo effettuavo delle lunghe passeggiate e delle volte riuscivo ad allenarmi anche in casa ma in modo non costante.

A settembre, dunque, mi sono affiancata ad un’altra professionista del Centro, la Dott.ssa Francesca Vespasiano. Con lei ci siamo concentrate sul modellamento del mio corpo, attraverso un allenamento funzionale che svolgo due volte a settimana e… che dire? Vedo finalmente il mio fisico prendere forma e ritrovare la forza.

Questo percorso mi ha permesso di acquisire consapevolezza del mio corpo, di capire come abbinare gli alimenti e di ritrovare finalmente il mio benessere psico-fisico.

Se oggi mi guardo allo specchio e sorrido è grazie sia all’impegno che alla perseveranza che ci ho messo ma soprattutto grazie alle figure professionali del Centro, che mi hanno accompagnata fino a questo punto.

La prima volta che sono entrata nel Centro mi ha colpito una frase che la Dott.ssa Piccoli ha nella sala d’attesa: “Non è solo quello che fai, ma ciò che pensi di fare che fa la differenza”.

R.M.

 

 

 

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Allenamento e Cellulite

Allenamento e Cellulite

Ancora oggi, purtroppo, le donne che si avvicinano all’allenamento in palestra con lo scopo di migliorare o eliminare la cellulite, scelgono un percorso fatto esclusivamente di allenamento mirato agli arti inferiori e sedute estenuanti di esercizio cardio.

Ma è davvero questa la strada giusta per risolvere il problema? Quanto servono realmente le ore infinite passate a correre, a saltare o a fare circuiti intensi senza una adeguata programmazione?

In precedenza abbiamo visto come, un corretto stile di vita dal punto di vista alimentare possa essere efficace per la cellulite. In questo contesto, che ruolo assume l’esercizio fisico?

L’allenamento, se svolto correttamente, può migliorare sia la ritenzione idrica che il malfunzionamento del microcircolo che sono due degli aspetti spesso associati a questa particolare condizione.

Un corpo correttamente idratato mantiene un equilibrio tra liquidi intracellulari, contenuti nelle cellule, e liquidi extracellulari, presenti negli spazi interstiziali tra una cellula e l’altra e nel plasma sanguigno. L’eccesso di adipe è il primo fattore che può alterare l’equilibrio tra fluidi intra ed extra cellulari inducendo uno stato infiammatorio, alterando la struttura e la funzione delle cellule e ostacolando meccanicamente i tessuti circostanti. Il ritorno venoso e linfatico non sono ottimali, i liquidi e le tossine non sono ben smaltiti e tendono a ristagnare negli spazi extracellulari.

Il microcircolo è l’insieme dei piccoli vasi ematici quali capillari, venule, arteriole e metarteriole che forniscono ossigeno, ormoni, sostanze nutritive ai tessuti, rimuovono le sostanze di scarto come le tossine e grazie ai capillari linfatici drenano i liquidi extracellulari. Fattori come la sedentarietà, problemi posturali, obesità, uso di calzature strette e tacchi, stile di vita scorretto, possono compromettere il suo funzionamento causando uno stato infiammatorio ed un ristagno di liquidi negli arti inferiori.

 

Da un lato, l’esercizio fisico può migliorare entrambe le condizioni, dall’altro può aggravarle, se fatto senza un preciso criterio.

 Non bisogna demonizzare l’allenamento con sovraccarichi: allenarsi contro delle resistenze, come i pesi, permette di “costruire” massa muscolare a discapito di quella grassa. Questo è fondamentale per ridurre la ritenzione idrica e la cellulite perché la cellula del muscolo richiama liquidi al suo interno sottraendoli agli spazi extracellulari. Importante sarà il volume di allenamento, dunque quante serie e ripetizioni svolgi, e l’intensità di allenamento, cioè quanti kg usi (intensità assoluta) o quanto carico percepisci (intensità percepita).

 Gli allenamenti metabolici con carichi medio-bassi non sono la strategia più immediata per veder ridurre ritenzione e cellulite perché causano uno stato infiammatorio momentaneo, ma sono un investimento a lungo termine in quanto portano alla creazione di nuovi capillari nel microcircolo e portano ad un aumento della densità dei mitocondri (organuli che stimolano la lipolisi e l’ossidazione dei grassi). È opportuno prediligere attività aerobiche a basso impatto che non generano microtraumi importanti dal contatto ripetuto del piede sul terreno, come accadrebbe invece con una corsa sostenuta.

 

In conclusione, quali sono gli esercizi per eliminare la cellulite? 

Non esistono esercizi esclusivi per la cellulite, ma solo una adeguata programmazione degli allenamenti. Dunque, lasciati alle spalle corsi come spinning, Zumba, non concentrare i tuoi allenamenti solo sull’arto inferiore e non eccedere con attività aerobica prolungata: prediligi pochi allenamenti ma buoni.

 Infine, c’è da dire che la sola attività in palestra, anche se svolta correttamente, non è l’unica strada per combattere la cellulite: percorsi indispensabili sono quello nutrizionale e quello fisioestetico. I tre interventi, tenendo conto dell’unicità della Donna, andranno ad agire cucendo un piano individualizzato in base alla condizione di partenza (come lo Stadio della cellulite e lo stile di vita).

Dott.ssa Francesca Vespasiano

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