Esercizio fisico ed influenza sul PTSD

Esercizio fisico ed influenza sul PTSD

📑 In una recente review di Hegberg et al., EXERCISE INTERVENTION IN PTSD: A NARRATIVE REVIEW AND RATIONALE FOR IMPLEMENTATION, pubblicata su Frontiers in Psychiatry nel 2019, sono stati messi a confronto una serie di articoli che si occupavano della correlazione tra uso di esercizi prettamente aerobici e livello di PTSD su soggetti affetti da Disturbo Post Traumatico da Stress.

🤔 A seguito di un’evidente associazione tra svolgimento di attività aerobiche e diminuzione dei sintomi di PTSD, gli autori invitarono all’esecuzione di un’ulteriore ricerca, attraverso studi di tipo RCT (randomizzati controllati), al fine di valutare una possibile causalità tra i due eventi.

☝🏻 Questo articolo ha il pregio di strutturare in modo puntuale una serie di ipotesi a riguardo dei meccanismi d’azione dell’esercizio fisico in termini di benefici sul PTSD. In particolare, gli autori citarono:

1) desensibilizzazione ed esposizione: è possibile che esporre il proprio corpo a esercizi di natura aerobica anche vigorosa, stimolando una condizione di iperarousal, predisponga il soggetto a interpretare quella stessa alterazione fisiologica come non-patologica in contesti di non-esercizio. Per esempio, nel caso di una forte tachicardia ottenuta per via di un esercizio vigoroso, quella stessa tachicardia sarebbe stata idealmente interpretata in seguito come meno pericolosa anche nella vita “reale”;

2) cognitive impairment: gli autori notarono come non esistessero studi che mettessero in correlazione esercizio fisico e migliori performance cognitive in soggetti colpiti da PTSD. Tuttavia, una robusta quantità di studi inerenti il miglioramento di alcune funzioni cognitive nell’anziano (in particolare funzioni esecutive e memoria episodica) lasciava supporre che gli stessi miglioramenti sarebbero stati riscontrati nei soggetti colpiti da PTSD, anche in età più giovanile (laddove nel PTSD erano quelle stesse funzioni cognitive a essere maggiormente compromesse: memoria episodica e funzioni esecutive);

3) impatto anatomico e alterazione delle strutture cerebrali: anche in questo caso, gli autori evidenziarono come non esistessero al momento della pubblicazione studi che osservassero la morfologia (variata o meno) di zone specifiche del cervello a seguito di un periodo trascorso effettuando allenamenti specifici; tuttavia, notarono come molti studi evidenziassero un impatto positivo dell’esercizio aerobico che sollecita la componente cardio-respiratoria sulla morfologia di molte zone cerebrali in pazienti anziani – le stesse zone osservate alterate a seguito dello sviluppo di PTSD.

🧠 Gli studi a riguardo dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) in soggetti sani, dimostrano come l’attività fisica tenda a regolarizzarne il funzionamento: gli autori dell’articolo proposero che un simile effetto benefico, potesse giovare sul funzionamento di quest’asse anche in soggetti colpiti da PTSD. In questa popolazione infatti, si era osservato come lo stress post-traumatico “toccasse” il circuito HPA in risposta allo stress post-traumatico per via di un’alterazione del suo meccanismo di feedback; anche se gli studi sull’asse HPA in correlazione al PTSD sembravano troppo poco numerosi per fornire dati sicuri da cui trarre conclusioni.

💥 Infine, gli autori osservarono come molteplici evidenze in letteratura si riferissero alla correlazione esistente tra alterazioni del sistema immunitario e la presenza di stress prolungato, in particolare in relazione al concetto di infiammazione; in letteratura infatti è presente una letteratura ampia a proposito degli effetti de-infiammatori dell’attività fisica, con ricadute benefiche su vari aspetti della vita dell’individuo tra cui la qualità del sonno. Gli autori notarono come il sonno sia da ritenersi primariamente coinvolto nella risoluzione di un PTSD, dato che nel corso del suo svolgimento vengono svolte importanti operazioni di elaborazione del dato mnestico (cognitivizzazione) (Pagani et al., 2017).

🤝 In conclusione, non c’è intervento isolato che possa portare alla risoluzione del problema, colui che si occupa di rieducazione motoria, specializzato nel trattamento del PTSD, è opportuno abbia una collaborazione con psicoterapeuta ed eventuale psichiatra in modo tale da formare un’equipe iper-specialistica che sappia intervenire sul Disturbo Post Traumatico da Stress da direzioni differenti, in parallelo.

Dott.ssa Francesca Vespasiano

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Attività fisica: Nuove linee guida dell’American Cancer Society

Attività fisica: Nuove linee guida dell’American Cancer Society

UN ULTERIORE PASSO VERSO IL CAMBIAMENTO

🔙 Rispetto alle precedenti linee guida dell’American Cancer Society (ACS), in merito ad attività fisica e alimentazione, quelle dell’Edizione 2020 prevedono un raddoppio dell’attività fisica consigliata.

✍🏻 Le linee guida aggiornate pongono l’accento su un maggior esercizio fisico: il documento dell’ACS esorta gli adulti a fare tra i 150 e i 300 minuti di attività fisica di moderata intensità o tra i 75 e i 150 minuti di attività fisica intensa a settimana; mentre le precedenti linee guida consigliavano fino a 150 minuti di attività fisica moderata o fino a 75 minuti di attività fisica intensa a settimana.

🍏 Per quanto riguarda l’alimentazione, l’invito è a consumare cibi integrali e non elaborati, cereali non raffinati, frutta fresca, verdura e ad astenersi dal alcol.

Le nuove raccomandazioni dell’ACS si basano su precedenti revisioni sistematiche condotte dagli U.S. Departments of Agriculture and Health and Human Services, l’International Agency on Cancer Research e il World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research.

Come mai questa scelta?

💯 Il doppio del tempo da dedicare all’attività fisica ha favorevolmente colpito la comunità scientifica USA in chiave di prevenzione oncologica.

💬 <<Quando si tratta di attività fisica per prevenire il cancro, più se ne fa meglio è >>, osserva Keith Diaz, assistente professore di medicina comportamentale presso il Columbia University Medical Center di New York, non coinvolta nelle linee guida. << Una maggiore attività fisica, come 250-300 minuti a settimana, può rivelarsi essere particolarmente utile per la prevenzione del cancro perché facilita la perdita di peso>>.

💁🏻‍♀️ “Bisognerebbe prendersi cura della salute come si prende cura del divertimento, allora non si sarebbe mai malati”.

Dott.ssa Francesca Vespasiano

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