LA CURA DEL MAL DI TESTA…secondo la Clinica!

LA CURA DEL MAL DI TESTA…secondo la Clinica!

Se soffri di mal di testa cronico o di emicrania, potresti pensare di aver esaurito ogni possibile opzione terapeutica. Ma è davvero così?

Quando soffri, tutta la vita può sembrare un lungo mal di testa e l’unica cosa che ha senso è trovare una soluzione definitiva o per lo meno efficace!

Quando si esaminano le cause di questi mal di testa, non è sempre chiaro da dove provengano. Ci sono molti fattori con ruoli diversi che concorrono all’insorgenza delle cefalee. Ad esempio, i fattori scatenanti sono quelli che provocano un attacco: sono numerosi e personali.

Ognuno di essi può provocare un mal di testa in quei momenti “più delicati” in cui il sistema nervoso deve affrontare un cambio degli equilibri interni: inizio o fine giornata, giorni delle mestruazioni, riunioni lavorative, discussioni famigliari.

 Tra i fattori scatenanti vi sono gli alimenti, l’alcol, i cambiamenti ormonali, l’esposizione al sole, l’esercizio fisico, i disagi psico-emotivi, la mancanza di riposo, un sonno disturbato…l’elenco è lungo! E se un fattore scatenante non provoca un episodio di emicrania un giorno, un altro potrebbe farlo un altro! È una questione personale e dipende da quali circuiti neuronali non stanno funzionando bene in quel determinato giorno. Ecco perché è importante compilare un diario ed annotare cosa ha provocato l’attacco.

E il collo (la cervicale)? Può essere parte del problema? Abbiamo una buona notizia: l’80% delle persone che soffrono di cefalee ed emicranie croniche ha una componente cervicale, cioè ha dolori, tensioni e limitazioni di movimento del collo.

L’approccio fisioterapico per il trattamento delle cefalee utilizzato dalla Clinica del Mal di Testa Diversamente Benessere è estremamente efficace al riguardo perché permette di verificare subito il ruolo provocativo della cervicale e di trattarlo con tecniche specifiche ed esercizi attivi.

La buona notizia è che la ricerca ha dimostrato che questo approccio riduce i livelli di irritazione e ipersensibilità dei circuiti nervosi responsabili dell’insorgenza degli attacchi di mal di testa.

Ogni giorno ascoltiamo, valutiamo e trattiamo pazienti con la “loro storia di mal di testa”, ed ogni giorno contribuiamo in varie forme ed in vari modi al loro benessere!

Affidati alla Clinica del Mal di Testa del nostro Centro!

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Vertigini o Dizziness?

Vertigini o Dizziness?

Le vertigini sono una distorsione percettiva sensoriale che altera, appunto, la percezione di movimento del proprio corpo rispetto all’ambiente esterno o dell’ambiente esterno rispetto al corpo o entrambi.

A volte il termine viene confuso con quello di dizziness (stordimento o capogiro) con cui si fa riferimento similarmente a un disturbo spiacevole dell’orientamento spaziale o all‘erronea percezione di un movimento. La dizziness cervicogenica o vertigo cervicale è una condizione clinica particolare in cui il rachide cervicale gioca il ruolo chiave.

Questi disturbi sottintendono tutta una vasta sintomatologia caratterizzata non solo da vera vertigine ma anche da sensazioni, solitamente meno intense (ma non per questo meno fastidiose), di instabilità, disequilibrio e stordimento, la cui natura non necessariamente differisce da quelle delle forme più tipicamente rotatorie, e alla cui base vi sono spesso le stesse patologie.

Disturbi dell’equilibrio, cosa sono?

L’equilibrio è controllato da tre sistemi: vestibolare (labirinto/orecchio), visivo (occhi) e propriocettivo (muscoli, articolazioni); tutto ciò è coordinato dal sistema nervoso centrale. In caso di disfunzione di questo complesso sistema, avremo vertigine e/o dizziness.

I disturbi dell’equilibrio vengono distinti in:

  • Vertigine vestibolare con sensazione di instabilità e di rotazione;
  • Dizziness non vestibolare (vertigo cervicale) con sensazione di capogiro, stordimento, galleggiamento, oscillamento e dondolio;
  • Fobie con paura dell’altezza, degli ambienti, etc;
  • Mal di trasporto con ipersensibilità centrale agli stimoli di movimento;
  • Presincope con svenimento.

La vertigine vestibolare periferica è il tipo più frequente di disturbo acuto dell’equilibrio. L’episodio di vertigine è acuto, improvviso, accompagnato spesso da nausea e vomito, sintomi uditivi, rari sintomi neurologici e con rapida risoluzione.

Vertigini e dizziness, quali sono le differenze?

Vertigine: indica propriamente il disturbo caratterizzato dalla sensazione di rotazione dell’ambiente circostante o del proprio corpo. Spesso sono accompagnate da nausea, vomito, mal di testa, problemi visivi, aumento del battito cardiaco.

Dizziness: indica genericamente i disturbi dell’equilibrio intesi come stato di instabilità e capogiri; può essere caratterizzato da sensazione di svenimento, debolezza e instabilità, talvolta accompagnate da nausea e senso di confusione.

Quali sono le caratteristiche della vertigine?

Per la vertigine vestibolare: sensazione rotatoria, prevalentemente episodica con fattori scatenanti dati da movimenti della testa e del corpo e con sintomi associati come nausea, vomito, acufene ed ipoacusia.

Per la vertigine non vestibolare: sensazione di stordimento, oscillamento, dondolio e capogiro, spesso costante nel tempo, con fattori scatenanti come ansia, stress, iperventilazione, aritmia cardiaca, iperventilazione e con sintomi associati come cefalea, pallore, parestesia e sincope.

Quali possono essere le cause dei capogiri?

Le cause più frequenti sono l’ipertensione e l’ipotensione arteriosa, la presincope vasovagale o neurocardiogena, la presincope cardiogena, l’ipoglicemia, il disturbo di panico e il disturbo d’ansia, la sindrome depressive, la grave anemia, i disturbi della visione, le patologie osteoarticolari cervicali, gli effetti collaterali e l’intossicazione da farmaci o da alcol.

Quali sono le cause delle vertigini?

 Le cause più comuni sono:

  • Vertigine parossistica posizionale benigna
  • Neurite vestibolare/ Labirintite
  • Labirintite otogena
  • Vertigine nella sordità improvvisa
  • Malattia di Meniere
  • Fistola perilinfatica
  • Labirintopatie da intossicazione
  • Vascolare (insufficienza vertebro-basilare)
  • Vertigine in varie patologie neurologiche
  • Vertigini psicogene
  • Vertigine post-traumatica, in particolare a carico del distretto cervico-temporo mandibolare ed orecchio

 La diagnosi e l’eziopatogenesi della vertigine e degli altri disturbi dell’equilibrio avviene tramite l’anamnesi, la valutazione clinica, ed eventuali indagini strumentali.

 

Dott. Lorenzo Rossi, fisioterapista

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Vertigini : Trattamenti e Rimedi Manuali

Vertigini : Trattamenti e Rimedi Manuali

Con il termine vertigine si intendono infatti 2 condizioni peculiari:

  1. quella in cui il paziente sperimenta una sensazione di rotazione del corpo rispetto all’ambiente circostante (la vertigine soggettiva),
  2. quella in cui il soggetto ha la sensazione che l’ambiente ruoti rispetto al suo corpo (vertigine oggettiva).

La prima si associa verosimilmente a problemi neurologici centrali mentre la seconda a disordini infiammatori, meccanici o patologici del sistema vestibolare. Pertanto la terminologia più corretta sarebbe sindrome cervicale pseudo-vertiginosa.

 

La cervicale e il controllo motorio e posturale

I muscoli e le articolazioni cervicali forniscono continuamente al sistema nervoso informazioni fondamentali per il controllo motorio e posturale che può essere definito come la capacità di un soggetto di eseguire la miglior performance di movimento, con il dispendio energetico minore, mantenendo stabile la base di appoggio e l’orizzontalità dello sguardo.

Qualsiasi problema o disfunzione a carico dei recettori meccanici e nocicettivi cervicali comporta un’alterazione del controllo motorio e posturale con conseguenti segni e sintomi specifici tra cui i più comuni sono la cefalea e appunto la vertigine.

 

 

Sintomi delle vertigini da cervicale

La vertigine cervicale, o meglio i sintomi vertiginosi da cervicale hanno queste 3 caratteristiche fondamentali:

  • una frequenza episodica (mentre la vertigine vestibolare dipende strettamente dai movimenti della testa e del corpo),
  • possono durare minuti o ore (la vertigo vestibolare dura secondi o minuti),
  • i movimenti e i dolori del collo influenzano i sintomi (la vertigine vestibolare è influenzata da cambiamenti di posizione del corpo, rotolamenti nel letto, movimenti veloci della testa).

I sintomi vengono così descritti dalle persone affette,:

  • sensazione aspecifica di orientamento alterato, dunque disorientamento: “mi sento sbandare”, “barcollo” , “ooopppss dove siamo?”
  • instabilità posturale o sensazione vaga di disequilibrio da fermo: “è come se fossi ubriaco”
  • sensazione di leggerezza della testa
  • visione offuscata, nausea, dolori al collo
  • difficoltà di concentrazione e di lettura (le parole saltano sulla pagina)
  • alterazioni visive: il contorno degli oggetti sembra sfocato
  • difficoltà a camminare al buio o sulle scale – mal di testa (se la cefalea è già presente, può peggiorare notevolmente).

 

Vertigini da cervicale e rimedi manuali

 La terapia manipolativa ortopedica e osteopatica sono un rimedio molto efficace per le problematiche vertiginose di origine cervicale, a patto di rivolgersi a professionisti sanitari laureati e preparati. Le tecniche sono eseguite manualmente, senza alcun farmaco ovviamente.

Le principali tecniche di terapia manuale sono: 

  • tecniche di rilasciamento miofasciale che consistono in digitopressioni graduali e profonde, statiche o dinamiche, esercitate su articolazioni, muscoli e area fasciale relativa al fine di indurre per via riflessa nervosa, un miglioramento della vascolarizzazione e della mobilità, una riduzione della tensione tissutale e una stimolazione dei naturali meccanismi antidolorifici interni;
  • mobilizzazioni articolari specifiche sostenute accoppiate a movimenti naturali (SNAGS del Mulligan Concept)
  • manipolazioni articolari ad alta velocità (HVLA Thrust) utili per ottenere anch’esse per via riflessa nervosa, una riduzione delle tensioni muscolari, un aumento della mobilità articolare e una stimolazione neurale antidolorifica;
  • tecniche di dry cleaning o puntura a secco, cioè tecniche invasive intramuscolari eseguite su aree muscolari particolarmente tese e sintomatologiche al fine di ridurre la rigidità locale, ripristinare la mobilità e stimolare processi antinfiammatori e antidolorifici sia a livello del sistema nervoso periferico e centrale;
  • esercizi terapeutici posturali e tonici , semplici e pratici da eseguire in autonomia al lavoro e a casa, al fine di guadagnare ulteriori miglioramenti e mantenere i risultati nel tempo.

 Generalmente sono sufficienti poche sedute (4-6) per miglioramenti evidenti e significativi.

La terapia manuale aiuta a ridurre o eliminare le restrizioni di mobilità e funzionalità articolare, neurale e miofasciale che sono causa diretta o indiretta di nocicezione periferica e irritazione del sistema nervoso, e favorisce l’ottimizzazione funzionale locale e a distanza, migliorando il controllo senso-motorio e posturale.

 

 

Rivolgiti al nostro centro e risolvi il tuo problema di vertigine da cervicale!

 

 

Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

https://www.clinicadelmalditesta.it/vertigini-da-cervicale/

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Cefalee: evidenze in fisioterapia!

Cefalee: evidenze in fisioterapia!

Perché dovrebbe diventare routinaria la valutazione e trattamento, da parte del fisioterapista specializzato, del paziente con Mal di Testa?

Le linee guida della “European Federation of Neurological Societes” dicono che la fisioterapia dovrebbe essere associata alla terapia farmacologica (Bendtsen et al, 2010). È ancora raro, però, l’invio diretto al fisioterapista specializzato per una valutazione ed un adeguato trattamento!

Recenti studi (GBD, 2018) hanno purtroppo evidenziato che dal 1990 al 2017 l’incidenza dei pazienti che soffrono di cefalea, trattati farmacologicamente, non è cambiata: tra diverse forme di disabilità restano al secondo posto, dopo il mal di schiena. I miglioramenti in campo scientifico e farmacologico non hanno determinato un miglioramento della qualità di vita di questi pazienti.

  • Il 90% degli individui avranno almeno un episodio di Mal di Testa nella vita;
  • Il 50% della popolazione generale ha episodi di cefalea in un determinato anno;
  • Il 4% della popolazione soffre di cefalea cronica (più di 15gg al mese da almeno 3 mesi);
  • Costi altissimi: solo in Europa nel 2010 sono stati spesi 13.8 mld€!

La classificazione riconosciuta a livello internazionale è quella della IHS, International Headache Society: ICHD-3.

Le forme primarie più diffuse sono la Cefalea Tensiva e l’Emicrania con e senza aura: bisogna sottolineare che cefalea ed emicrania non sono due cose diverse, bensì le cefalee sono tutte le forme riconosciute di mal di testa; quindi, l’emicrania è una forma specifica di cefalea. L’emicrania resta la forma più studiata: è un disturbo neurologico complesso che coinvolge diverse aree corticali, sottocorticali, del tronco encefalico che controllano affettività, cognitività, il sistema nervoso autonomo e funzioni sensoriali (Burstein et al, 2015). È bene sottolineare il cosiddetto “ciclo dell’emicrania”, affinché gli interventi terapeutici siano proposti e dosati in maniera efficace:

  1. Sintomi premonitori (da non confondere con l’aura), che possono comparire fino a due giorni prima dell’attacco: fatica, difficoltà a concentrarsi, rigidità cervicale, fotofobia, fonofobia, nausea…ecc;
  2. Fase pre-ictale, “annunciata” eventualmente dall’aura;
  3. Fase ictale, quindi l’attacco emicranico vero e proprio dalle 3 alle 72 ore;
  4. Fase post-ictale, in cui restano una serie di disturbi ancora invalidanti.

Sostanzialmente il paziente starà bene “solo” nella fase inter-ictale, lontano dall’attacco, ed è durante questa fase che sarà efficace l’intervento terapeutico, l’attività fisica aerobica ecc…

Una forma di cefalea secondaria che merita una considerazione è la “Cefalea Cervicogenica”: quella che in gergo comune viene definita proprio a carico del tratto cervicale, con disfunzioni articolari e muscolari della cervicale.

Studi dimostrano che l’incidenza tra la popolazione va tra l’1 ed il 4%, ma visto che la diagnosi la fa il neurologo, è improbabile che il medico sappia valutare adeguatamente il rachide cervicale (al di là di una semplice palpazione di aree tese e contratte, o di una franca limitazione del movimento), somministrando i test adeguati e/o riuscendo a provocare i sintomi classici di questa forma di cefalea: per questo motivo i numeri delle persone che ne soffrono salirebbero notevolmente.

Sarebbe auspicabile una valutazione approfondita e specialistica del fisioterapista esperto, anche nella fase diagnostica.

Altra forma secondaria di pertinenza e di interesse del fisioterapista è la Cefalea da disordine Temporo-mandibolare…per gli stessi motivi di quella Cervicogenica!

Altra considerazione da fare è quella per cui i Mal di Testa, nel tempo, possono evolvere tra forme diverse o i sintomi possono mescolarsi; nella classificazione ufficiale sono riconosciute ben più di 300 diagnosi diverse!

PERCHE’ l’INTERVENTO del FISIOERAPISTA SPECIALIZZATO PUO’ ESSERE UTILE?  La risposta è nel nucleo Trigemino-Cervicale! 

In questa “stazione” del tronco encefalico arrivano convergenze di afferenze trigeminali (dalle sue varie branche) ed afferenze cervicali (primi tre nervi spinali C1-C2-C3): informazioni dal volto e dalla testa ed informazioni dalle aree innervate dalla cervicale alta.

Questi neuroni, quindi, possono sensibilizzarsi portando ad una ipersensibilità a vari stimoli (es. pressori sui tessuti cervicali), generando un dolore locale (tessuti miofasciali e/articolari cervicali) o riferito altrove sulla testa, ma comunque noto al paziente.

Il 95-100% dei pazienti emicranici o cefalgici hanno dolore riferito alla testa, riprodotto con stimolazione del rachide cervicale superiore, che non avviene in soggetti sani (Watson & Drummond 2012, 2014)

Questo è un evidente segno clinico della cosiddetta “Sensibilizzazione Centrale”: alterato processo di elaborazione del dolore (ne parleremo diffusamente in un articolo dedicato).

La presenza di imput nocicettivi costanti dalla periferia è uno dei fattori più importanti nel mantenere al Sensibilizzazione Centrale (Baron et al, 2013). Le disfunzioni delle articolazioni cervicali e/o quelle muscolari sono imput nocicettivi costanti!!!

Il dolore cervicale è molto più diffuso nelle varie forme di Mal di Testa, più della nausea (88% vs 56%), quindi ne vale la pena saperlo individuare e trattare!!!

La presenza di dolore cervicale è correlata ad una peggiore presentazione clinica, riduce l’effetto degli stessi farmaci ed aumenta la disabilità (Bragatto MM et al, 2019).

Chi soffre di Mal di Testa ha deficit a carico della muscolatura cervicale: debolezza, reclutamento, rigidità, ecc…

Il 93% dei pazienti emicranici ha almeno due disfunzioni muscolo-scheletriche al rachide cervicale (Luedtke et al, 2018).

LA FISIOTERAPIA PUO’ ESSERE EFFICACE, quindi, NEL TRATTAMENTO DEL MAL DI TESTA!

L’efficacia della fisioterapia a fine trattamento ed a sei mesi di follow-up è uguale all’efficacia degli antidepressivi triclicici! (Chaibi et al, 2014), col vantaggio che non ci sono effetti collaterali e/o controindicazioni!

Il trattamento manuale, l’esercizio terapeutico e quello aerobico sono consigliati dall’American Academy of Neurology e dall’American Headache Society, perché si è dimostrato un:

  • Miglioramento della frequenza degli attacchi di circa il 40% (Darabaneau et al, 2011)
  • Beneficio pari al Topiramato, farmaco di profilassi (Varkey et al, 2011)

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Anatomia della Cervicale

Anatomia della Cervicale

L’anatomia delle ossa, dei muscoli e dei nervi della cervicale è importante per poi capire le varie patologie di questo distretto corporeo, individuare e interpretare i sintomi che derivano dalle sue strutture ed infine permette al medico e al fisioterapista trovare la migliore soluzione per ogni caso clinico.

OSSA DELLA CERVICALE

La cervicale è la componente ossea del nostro collo. La cervicale è costituita da sette diverse vertebre, ognuna con caratteristiche anatomiche diverse in base alla tipo di mobilità e di connessioni anatomiche.

Le vertebre cervicali si dividono in due tratti: Il tratto superiore (C1-C2) ed il tratto inferiore (C3-C7).

Le vertebre del tratto superiore della cervicale sono l’atlante e l’epistrofeo, per la loro forma moto diversa dalle altre vertebre permettono la rotazione della testa, inserendosi una dentro l’altra creando uno snodo.

La cervicale inferiore è dedicata maggiormente ai movimenti di flessione ed estensione e all’inclinazione laterale. La loro conformazione è a tripode.

Ogni vertebra poggia su quella sottostante entrando in contatto con tre zone: il disco intersomatico (che ha anche una funzione di ammortizzatore) e le faccette articolari nella zona posteriore.

Le vertebre cervicali hanno una protuberanza posteriore chiamata processo spinoso che possiamo sentire toccando dietro al nostro collo. Il processo spinoso della settima cervicale è molto più pronunciato rispetto alle altre vertebre, tanto da caratterizzare il nome della stessa.

Infatti l’ultima vertebra cervicale è definita prominente e dopo di essa inizia la colonna dorsale.

MUSCOLI DELLA CERVICALE

La muscolatura cervicale si divide in superficiale e profonda, infatti possiamo palpare solo i muscoli superficiali e più grandi del collo.

I muscoli superficiali ci permettono attraverso la loro attivazione di muovere il collo e la testa, quelli più piccoli e profondi sono deputati alla stabilizzazione delle vertebre.Per una visione più completa è giusto precisare che sia i muscoli superficiali (come lo sternocleidomastoideo e il trapezio) che quelli profondi (come lo splenio della testa e del collo) agiscono costantemente in sinergia durante tutti i movimenti della testa e del collo.

Quando un muscolo si attiva per compiere un movimento specifico (es. guardare in alto) una serie di altri muscoli si contraggono per stabilizzare la parte della cervicale che non dovrà muoversi e facilitare il movimento che vogliamo effettuare.

I muscoli della cervicale hanno un anatomia complessa per la molteplicità delle azioni che devono compiere. Alcuni oltre ai movimenti del collo e della testa servono per muovere la mandibola, le clavicole o sollevare le spalle.

NERVI DELLA CERVICALE

Il midollo spinale è un prolungamento anatomico del cervello e permette allo stesso di inviare o ricevere impulsi dalla periferia.

I fasci provenienti dall’encefalo passano attraverso un canale formato dalle diverse vertebre cervicali, poi tra una vertebra e l’altra dal midollo fuoriescono i nervi.

I nervi che escono dalla cervicale sono sensitivi e motori, cioè innervano i muscoli della cervicale stessa, della spalla e delle braccia e ci permettono di avere sensazioni tattili, dolorose e di temperatura. Questo spiega perché quando abbiamo un problema alla cervicale, come ad esempio un’ ernia che comprime un nervo, il dolore può anche irradiarsi a distanza oppure dare sintomi come il formicolio alle mani.

Il gruppo di nervi più importante della cervicale è il plesso brachiale che è diviso in 5 radici, 3 tronchi, 6 divisioni (3 anteriori e 3 posteriori), 3 corde e 5 rami.Il plesso brachiale innerva la cute e i muscoli dell’intero arto superiore ad eccezione del trapezio innervato dal nervo accessorio spinale e una zona di cute vicino all’ascella che è invece innervata dal secondo nervo intercostale.

POSSIBILI CAUSE DEL DOLORE CERVICALE

Il dolore cervicale è un disturbo comune che può dipendere da un’ampia varietà di cause.

Può variare da lieve a grave, con casi più critici che potrebbero indicare un serio problema di fondo.

Il dolore cervicale è più diffuso nelle persone di età superiore ai 50 anni, ma al di là dell’invecchiamento, le cause del dolore cervicale sono talmente tante che possono riguardare ognuno di noi.

Molte persone sviluppano dolore cervicale senza una ragione specifica. Può succedere che il dolore insorga dopo aver preso una corrente d’aria o dopo una piccola lesione da torsione, ad esempio durante il giardinaggio. Questo dolore è chiamato “dolore cervicale aspecifico”. Il dolore cervicale aspecifico è il tipo più comune di dolore cervicale e di solito scompare dopo alcuni giorni.

Le cause del dolore cervicale specifico possono, invece, essere divise in 3 macro aree: lesioni e incidenti, condizioni di salute e stile di vita.

1- Lesioni e incidenti

Colpo di frusta.  Quando la testa è costretta a muoversi avanti e indietro oltre il normale range di movimento, il collo subisce una lesione. Il movimento innaturale e rapido del collo colpisce, infatti, i muscoli e i legamenti, che si stringono e si contraggono velocemente. Questo crea affaticamento muscolare con conseguente dolore e rigidità. Il colpo di frusta è più comunemente osservato durante un incidente automobilistico, ma può anche derivare da traumi come una caduta o un incidente sportivo.

Cervico-brachialgia. Nella condizione di cervico-brachialgia si verificano simultaneamente dolore cervicale e compressione di una o più radici nervose spinali cervicali (C1-C7). La cervico-brachialgia può causare dolore a livello della cervicale, lungo il braccio e persino fino a spingersi alle dita della mano.

Fratture della cervicale. Una frattura cervicale è una lesione traumatica che richiede cure mediche di emergenza immediate. Si verifica quando una delle sette ossa del rachide cervicale (vertebre cervicali) si frattura. Una frattura cervicale può essere grave e complessa e può avere un impatto anche sul midollo spinale.

Ernia disco cervicale. L’ernia del disco cervicale è una lesione in cui un disco cervicale può rompersi e esercitare pressione sui nervi adiacenti. I dischi cervicali sono i cuscini tra le vertebre nella parte superiore della schiena e il collo. Se vengono danneggiati da degenerazione o lesioni, possono gonfiarsi in modo anomalo o rompersi causando la fuoriuscita della cartilagine. Se il disco interessato esercita pressione sui nervi o sul midollo spinale, può causare un dolore grave che s’irradia dal collo lungo il braccio e fino alla punta delle dita.

2- Condizioni di salute

Artrosi cervicale. L’artrosi cervicale è una degenerazione delle articolazioni, delle vertebre e dei dischi nella porzione cervicale della colonna vertebrale, che può portare a dolore, infiammazione e persino funzionalità compromessa. Artrite cervicale L’artrite cervicale si sviluppa quando il sistema immunitario determina la comparsa d’infiammazione intorno alle articolazioni della cervicale.

3- Stile di vita

Sovrappeso. Il sovrappeso non rappresenta solo un male per la parte bassa della schiena, può anche determinare la comparsa di tensioni nella parte superiore della schiena e nel collo. Una cattiva postura e una distribuzione non uniforme del peso possono causare dolore cervicale cronico.

Sport. Alcuni tipi di sport possono usurare i muscoli e i legamenti della cervicale. I colpi diretti alla testa o alla spalla possono causare lesioni al collo, danni ai dischi vertebrali e ai nervi, così come stiramenti e distorsioni.

Dolore da postura. Una cattiva postura determina una tensione eccessiva dei muscoli e dei tendini della cervicale, causando dolore e lesioni che possono durare nel tempo.

Smartphone e computer. La postura che vede testa e spalle in avanti è l’esempio più comune di cattiva postura che contribuisce al dolore cervicale.

Sonno. Sia la posizione assunta durante il sonno, che il tipo di cuscino usato per dormire, possono causare rigidità cervicale e conseguente dolore.

Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

https://www.fisioterapiaitalia.com/patologie/cervicale/ 

 

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