Cervicalgia e Diaframma

Cervicalgia e Diaframma

 

La cervicalgia causata dal “blocco diaframmatico” non è un evento raro, tutt’altro!
Una non corretta meccanica respiratoria è una delle cause più frequenti di disturbo cervicale, almeno in soggetti che non hanno subito traumi o incidenti, un sovraccarico fisico o posturale o che non hanno problemi di malocclusione.
Far lavorare correttamente il diaframma permette di non dover utilizzare muscoli respiratori accessori (situati anche a livello cervicale) e di migliorare la mobilità della gabbia toracica.
Si riduce quindi l’utilizzo soprattutto di trapezi, scaleni e sternocleidomastoidei, ottenendo un duplice risultato: da un lato il minor utilizzo favorisce una muscolatura più rilassata e dall’altro si riacquisisce la curva cervicale fisiologica, che in situazione di contrazioni importanti può tendere alla rettilinizzazione.
Per dipiù, poiché l’innervazione diaframmatica è di origine cervicale (nervi frenici C3-C5) si creano dei meccanismi di feedback in entrata e in uscita sul midollo spinale che portano a un aumento progressivo del tono diaframmatico e un aumento della rigidità del tratto cervicale.
Ovviamente il diaframma è inserito in un contesto globale del corpo, per cui è indicato il trattamento diretto con terapia manuale e anche con esercizi respiratori, ma è necessario valutare le eventuali interferenze viscerali e strutturali che possono ridurre la sua funzionalità. Vi sono strette connessioni ad esempio con stomaco, esofago, fegato, angoli colici, in aggiunta a tutte le connessioni muscolari, come ad esempio ileopsoas e quadrato dei lombi.
Molte discipline antiche come lo Yoga, il Pilates ed il Tai Chi si concentrano molto sul lavoro del muscolo diaframma. Un suo riequilibrio, tramite esercizi posturali specifici, permette una risposta diretta ai visceri, un rilassamento del pavimento pelvico, stimoli neurovegetativi e tanti altri vantaggi.

Dott.ssa Francesca Vespasiano

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