La fisioterapia dermatofunzionale

La fisioterapia dermatofunzionale

Le patologie estetiche comportano varie conseguenze tra cui: l’aumento dei disturbi debilitanti e fisiologici che non sono letali, ma indubbiamente influiscono sulla qualità della vita .

Si inserisce così il concetto di fisioterapia dermatofunzionale: una branca della fisioterapia dove il fisioterapista assiste i pazienti con patologie e disfunzioni del sistema tegumentario, che è l’organo più importante del nostro corpo, poiché lo ricopre interamente.

L’obiettivo è quello di favorire il ripristino e il miglioramento di deviazioni estetiche, che influenzano direttamente l’autostima della persona e, di conseguenza, la qualità della vita.

I campi di applicazione della fisioterapia dermatofunzionale possono essere:

  • intervenire nella riabilitazione post-operatoria degli interventi di chirurgia plastica;
  • operare per la riparazione dei tessuti e ripristino della attività funzionale del sistema tegumentario;
  • utilizzando elettromedicali, secondo principi fisici precisi, vengono riorganizzate le fibre collagene, elastiche e vengono impiegati con il fine di migliorare sia la funzionalità del tessuto tegumentario sia, allo stesso tempo, migliorare il tessuto cutaneo per aumentare l’autostima del paziente stesso.

Il ruolo della fisioterapia dermatofunzionale

Negli ultimi anni la chirurgia plastica ha fatto passi da gigante in Italia, con un netto miglioramento delle tecniche chirurgiche date dall’aumento della richiesta degli interventi. Attualmente, l’Italia sta capendo l’importanza del fisioterapista in questo ambito.

La figura del fisioterapista specializzato in fisioterapia dermatofunzionale risulta molto utile nella:

  • prevenzione delle complicanze chirurgiche;
  • preparazione del derma e del tono muscolare;
  • preparazione all’intervento chirurgico.

Di solito, per ottenere un eccellente intervento, si attua una pianificazione chirurgica con l’integrazione di un team multidisciplinare che vede collaborare insieme il chirurgo plastico, medico estetico, chirurgo vascolare, medico flebologo, medico oncologo e nutrizionista con il fisioterapista dermatofunzionale.

L’importanza del fisioterapista dermatofunzionale negli interventi post-chirurgia plastica

In seguito a vari interventi l’ausilio della fisioterapia dermatofunzionale  è utilizzata per la sua provata utilità.

Vediamo in quali casi:

Liposuzione

La valutazione dermatofunzionale, nel preoperatorio, è di fondamentale importanza. Vengono analizzati gli aspetti clinici e le condizioni del derma, con la presenza di flaccidità o ipotono muscolare. Durante un periodo di 40/30 giorni pre-intervento, il fisioterapista attua un protocollo riabilitativo utile ad un adattamento del tessuto cutaneo, attraverso manovre di:

  • drenaggio linfatico metodo Godoy;
  • valutazione della nutrizione del derma con test specifici;
  • valutazione miofasciale.

Nel caso di liposuzione dell’addome, deve essere preso in considerazione anche lo stato dei muscoli addominali, della regione sopra-addominale, trattandoli prima dell’intervento chirurgico, con ginnastica ipopressiva o con test di rinforzo specifici. Nel postoperatorio le complicanze variano in base al volume di tessuto prelevato.

Il fisioterapista dermato funzionale interviene nel periodo che va dalle 72 ore ai 15 giorni post intervento. Il lavoro fisioterapico è molto importante per la prevenzione di possibili fibrosi/retrazioni del tessuto.

Mastoplastica

Il lavoro del fisioterapista dermatofunzionale nel post-chirurgico per ottenere:

  • drenaggio linfatico del seno;
  • processi posturali dolorosi, con algia della regione cervicale e scapolo-omerale. il fisioterapista dovrà preparare un protocollo riabilitativo basato su tecniche di rieducazione posturale più indicate per ogni singolo caso;
  • monitorare la ferita chirurgica, con mobilizzazioni di eventuali cicatrici interferendo, indirettamente, col risultato estetico dell’operazione chirurgica;
  • alterazione della sensibilità della regione mammaria;
  • analizzare la funzionalità respiratoria della paziente con mobilizzazioni della gabbia toracica.

Cicatrice chirurgica

La cicatrice chirurgica è un altro aspetto da non sottovalutare per la buona riuscita dell’intervento chirurgico. Il compito del fisioterapista è solamente quello di valutare il lembo chirurgico e/o cicatrice, attraverso il controllo dell’edema, lo studio delle proprietà metaboliche ed elastiche del derma e mobilizzarla secondo le proprie conoscenze.

Rinoplastica

La terapia richiesta è successiva all’intervento, con l’obiettivo di controllare l’edema. Si interviene dal 5° al 7° giorno post-intervento, con manovre di drenaggio e scorrimento della regione peri-orbicolare.

Lifting del viso

Il lavoro fisioterapico nel preoperatorio è utile per mantenere, tramite manovre fasciali, il sistema muscolare aponeurotico e metabolismo cutaneo; nel post-operatorio si ha invece il controllo dell’edema e di eventuali cicatrici cheloidi.

Si conclude affermando che il ruolo del fisioterapista, in base alle tecniche chirurgiche di rimodellamento mammario con o senza protesi, obbedisce a criteri personali di ciascun chirurgo.

 

Per saperne di più leggi l’articolo completo a cura

della Prof. Patricia Froes Mayer – SPECIALISTA in Fisioterapia Dermatofunzionale dell’Associazione Brasiliana di Fisioterapia Dermatofunzionale – ABRAFIDEF e COFFITO  

e della Dr.Ssa Laura Petrini Rossi Fisioterapista dermatofunzionale :

https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/fisioterapia-dermatofunzionale/

 

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Riabilitazione del pavimento pelvico

Riabilitazione del pavimento pelvico

Prima di tutto ci teniamo a sfatare un mito: la riabilitazione del pavimento pelvico non riguarda solo le donne ma anche gli uomini. Tra le caratteristiche principali c’è infatti il trattamento, la prevenzione e la cura di condizioni di incontinenza sia essa fecale o urinaria che possono essere presenti sia nel sesso femminile che in quello maschile.

L’elemento che caratterizza questo aspetto della fisioterapia è sicuramento la presa di consapevolezza di questa parte del corpo, che è molto spesso sconosciuta. In effetti se ci rifletti bene la muscolatura pelvica non è visibile come quella del quadricipite, e non è possibile poter notare visivamente i progressi ottenuti durante un allenamento.

Tecniche e accessori utilizzati

Durante le sedute di Riabilitazione del pavimento pelvico si può ricorrere all’ utilizzo della terapia fisica strumentale quale biofeedback che consente al paziente di vedere il grado di contrazione e rilascio della sua muscolatura pelvica attraverso uno schermo e l’utilizzo di elettrodi nella cavità vaginale o anale. Si può utilizzare in caso di dolore anche una stimolazione elettrica antalgica o tecarterapia con specifici manipoli per l’utilizzo vaginale.

Durante il ciclo riabilitativo il fisioterapista utilizzerà anche accessori come i coni di kegel, per il rinforzo dei muscoli interni della vagina. Per gli esercizi propriocettivi come tavolette, palle di varie dimensioni, elastici che aiuteranno il paziente ad eseguire un allenamento più funzionale alle attività di vita quotidiana.

La riabilitazione pelvica oltre agli esercizi prevede specifiche tecniche di terapia manuale che vengono eseguite sia esternamente che internamente al pavimento pelvico.

Indicazioni per la riabilitazione del pavimento pelvico

Le condizioni dolorose e non, che vengono trattate con questo tipo di riabilitazione sono molte e qui di seguito elencheremo le più frequenti:

  • Incontinenza urinaria da sforzo, da urgenza o mista di cui parleremo nel dettaglio nel paragrafo successivo.
  • Incontinenza fecale.
  • Prolassi di vescica, utero, retto.
  • Dispareunia o dolore sessuale.
  • Disfunzioni sessuali.
  • Dolore pelvico cronico.

Esercizi per il pavimento pelvico

 L’allenamento della muscolatura perineale rappresenta un’ottima strategia per combattere e prevenire molti fastidiosi disturbi, tra cui l’incontinenza urinaria. L’indebolimento dei muscoli pelvici provoca una discesa del collo della vescica; questo, a sua volta, causa un cattivo funzionamento dello sfintere interno che non riesce a rimanere chiuso in maniera soddisfacente in caso di sforzo anche minimo.

 

Contraete e tirate in dentro i muscoli attorno all’ano e alla vagina contemporaneamente, come se volesse trattenere la pipì. sollevandoli VERSO L’ALTO all’interno. Dovreste avvertire una sensazione di “sollevamento” ogni volta che contraete i muscoli del pavimento pelvico. Cercate di trattenere saldamente tale contrazione contando fino a 8 prima di lasciar andare e rilassarvi. Dovreste provare una distinta sensazione di “abbandono”. Ripetete l’esercizio (contrazione e sollevamento) e rilassatevi.

 

È importante riposarvi per circa 8 secondi tra una contrazione e l’altra. Se non riuscite a trattenere la contrazione per 8 secondi, cercate di trattenerla il più a lungo possibile. Mentre eseguite gli esercizi:

 

✔️non trattenete il respiro;

 

✔️contraete e sollevate soltanto;

 

✔️NON contraete le natiche;

 

✔️mantenete rilassate le cosce.

 

Rinforzare i muscoli del perineo

Esercizio e durata:

  • Contrarre i muscoli del perineo per almeno 3-5 sec, per poi rilassarli per 6-10 sec. Il tempo di lavoro deve essere la metà del tempo di riposo, più volte al giorno.
  • Respirazione corretta: Espirare durante la contrazione e inspirare durante il rilasciamento.
  • Note all’esercizio: Per essere sicura di non coinvolgere i muscoli dell’addome e della coscia (affinché non lavorino per favorire l’emissione del flusso di urina) basta che appoggi una mano sull’addome e l’altra sulla parte interna della coscia durante l’esecuzione dell’esercizio.

 

 

Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

https://www.fisioterapiaitalia.com/terapie/riabilitazione-pavimento-pelvico/

 

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