Caso clinico di Michela: la Terapia
Michela, 50 anni
Storia di emicrania da bambina, progressivamente invalidante, curata con terapie farmacologiche, ricorrendo, spesso, in pronto soccorso! Numerosi attacchi mensili di mal di testa, vertigini, rigidità nei muscoli del collo e del dorso, con formicolio associato agli arti superiori; malessere generale; sonno disturbato.
Un caso clinico che mi sta particolarmente a cuore per il grande beneficio che la paziente ha trovato e sta continuando ad avere.
La paziente ha iniziato il percorso circa due anni fa, periodicamente viene a controllo, segue le indicazioni “terapeutiche domiciliari” e cura lo stile di vita (alimentazione, fitness, meditazione) che mantiene nel tempo i benefici del trattamento stesso.
La paziente è una restauratrice, quindi sottopone quotidianamente la colonna ed in particolare il tratto cervico-dorsale e gli arti superiori a posizioni spesso scomode, fisse e mantenute per varie ore consecutive; anche la relazione tra occhi/vista e cervicale, nel suo caso, è estremamente importante da considerare e trattare…
Alla prima valutazione apparivano molto “reattivi” e sintomatici vari gruppi muscolari del capo e del collo; il tratto cervicale alto, rigido e limitato in varie direzioni di movimento ed estremamente dolente alla mobilizzazione passiva specifica.
In anamnesi, Michela, sottolineava che spesso durante gli attacchi più violenti (magari nei periodi di lavoro intensi e sotto stress), era costretta a rimanere a letto, ferma, al buio ed in silenzio!
Dopo le prime 5 sedute (terapia manuale articolare/miofasciale; esercizio terapeutico; rilassamento progressivo), la paziente riferiva con grande soddisfazione di aver avuto solo un paio di episodi di mal di testa ma senza ricorrere a farmaci per ben due settimane, nonostante un periodo intenso di lavoro ed impegni familiari.
Ci sono stati anche altri attacchi violenti e disabilitanti, perché la cefalea di Michela rientra in quelle che sono definite “primarie”, cioè ci sono tanti aspetti “genetici/costituzionali” che ne determinano le caratteristiche cliniche.
Ci sono stati anche periodi in cui Michela era spaventata, magari aveva perso anche la fiducia negli effetti del trattamento, ma ha continuato a “fidarsi” ed a fare le cose previste dal percorso terapeutico…nei controlli successivi dichiarava un miglioramento complessivo (funzione/dolore del tratto cervicale; attacchi emicranici; qualità delle giornate), sempre maggiore, dal 60 all’80%: riduzione della frequenza degli attacchi, ma soprattutto della loro intensità, e riduzione dell’uso dei farmaci specifici (riusciva a ricorrere anche solo a farmaci da banco!).
Riporto le sue parole del controllo/trattamento del 15 luglio 2021: “da più di un anno non più episodi violenti e devastanti, gestiti con meno farmaci, più movimento e, soprattutto, con una percezione diversa del mio problema”!
NON E' SOLO QUELLO CHE FAI, MA CIO' CHE PENSI DI FARE CHE FA LA DIFFERENZA.
NOI TI AIUTIAMO A FARLA!