Mal di Schiena e Postura

Mal di Schiena e Postura

Sapevi che una postura può contribuire all’insorgere del mal di schiena? Le nostre attività quotidiane svolgono un ruolo chiave nella salute della nostra colonna vertebrale.

Sfortunatamente, questi tempi moderni non stanno facendo nulla per aiutare la nostra postura. Le ore trascorse alla scrivania, il tempo libero con la testa sepolta negli schermi e uno stile di vita inattivo possono compromettere la nostra salute e causare mal di schiena cronico.

La maggior parte delle volte, non pensiamo nemmeno alla nostra postura, a meno che non iniziamo a provare dolore. Essendo consapevole della tua postura, tuttavia, puoi effettivamente prevenire le condizioni dolorose della colonna vertebrale prima che si verifichino.

 

Postura corretta

La postura è il delicato equilibrio che le nostre ossa, i nostri muscoli e i nostri tessuti dovrebbero mantenere mentre ci alziamo, ci sediamo, ci muoviamo o ci sdraiamo. Una buona postura consente al corpo di rimanere allineato e previene l’affaticamento muscolare delle articolazioni.

In alcuni casi, le condizioni patologiche della colonna vertebrale sono causate da malattie o fattori genetici. Altre volte, la colpa è da imputare ad anni di cattiva postura e scelte di vita malsane.

Una buona postura è la chiave per mantenere il corpo sano e prevenire lesioni alla schiena. Una buona postura può aiutare a:

  • Diminuire lo stress sulla colonna vertebrale che porta al dolore cronico;
  • Ridurre l’usura delle articolazioni che altrimenti porterebbe ad artrosi;
  • Renderti più sicuro;
  • Prevenire l’affaticamento muscolare e gli squilibri muscolari;
  • Mantenere una colonna vertebrale sana e forte, prevenendo così condizioni come l’iperlordosi e la cifosi.

 

Postura scorretta

Di seguito troverai una breve guida su quali posture scorrette andrebbero evitate.

Postura da seduti

Uno dei più grandi errori che le persone commettono mentre sono seduti è quello di piegarsi, sia in avanti che all’indietro, aumentando la tensione sui muscoli.

Se svolgi un lavoro d’ufficio, o possiedi una sedia su cui ami rilassarti mentre guardi la televisione, assicurati che la sedia sia dell’altezza giusta. Assicurati che i piedi non penzolino e che i fianchi e le ginocchia poggino con un angolo di 90 gradi. Questa posizione riduce la flessione in avanti della colonna vertebrale, che potrebbe, altrimenti, contribuire all’uscita di un’ernia o alla degenerazione del disco.

Se lavori molto al computer, assicurati che il monitor sia posizionato all’altezza degli occhi. Se il monitor è troppo alto, il collo si estende verso l’alto, causando compressione sulle articolazioni cervicali e affaticamento muscolare. Al contrario, guardare un monitor troppo basso favorisce una posizione inclinata che può influire sul resto della colonna vertebrale.

 

Postura stando in piedi e camminando

Anche mantenere una buona postura in posizione eretta è importante. Molto spesso il modo in cui ci alziamo e camminiamo può causare affaticamento muscolare e compressione spinale.

Ad esempio, può capitare che alcune persone mettano più peso su una gamba. Questo può causare affaticamento muscolare nella parte bassa della schiena e nei glutei e può anche portare a condizioni come l’inclinazione pelvica anteriore.

Quando sei in piedi, assicurati di sostenere il peso del corpo con le punte dei piedi e con le ginocchia leggermente piegate. Inoltre, le spalle dovrebbero essere tirate all’indietro e lo stomaco in dentro. Mentre cammini, guarda dritto davanti a te per evitare di incurvare le spalle. Quando cammini, fai uno sforzo e cerca di atterrare sul tallone; quindi, sposta il peso delicatamente in avanti per spingere sulla parte anteriore del piede.

Anche il tipo di scarpe che utilizzi potrebbe causare mal di schiena cronico. I tacchi alti, ad esempio, sebbene consentano di stare più in alto, aumentano lo stress e l’affaticamento muscolare di schiena, fianchi, polpacci e ginocchia. I tacchi alti possono appiattire la parte bassa della colonna vertebrale e causare uno spostamento del collo e della colonna vertebrale toracica.

 

Postura da sdraiati

Anche ciò che fai mentre sei sdraiato può anche influenzare la colonna vertebrale. Dormire bene la notte è un ottimo modo per far riposare i muscoli tesi. Dormire in maniera errata potrebbe, invece, portare a un disagio ancora maggiore.

Se soffri di mal di schiena cronico un materasso rigido può fornire un sollievo significativo. Dormire sullo stomaco può aggravare eventuali problemi collegati al mal di schiena, prova a dormire su un fianco o sulla schiena. Molte persone riferiscono che mettere un cuscino tra le gambe mentre dormono su un fianco, o sotto le ginocchia mentre dormono sulla schiena, fornisce loro un ulteriore supporto.

 

Sintomi di una postura scorretta

Tra i sintomi di una postura scorretta troviamo:

Sintomi meno frequenti, ma possibili:

  • Gonfiore addominale;
  • Tachicardia, soprattutto nei soggetti molto emotivi

 

 Mal di schiena da postura rimedi

Il fisioterapista ha un ruolo estremamente importante nel trattamento del mal di schiena dovuto ad una postura errata.

Effettuerà prima una valutazione individuale e poi un piano di trattamento specifico per ogni persona e per ogni piano clinico.

Il piano di trattamento del mal di schiena, normalmente, prevede l’integrazione di:

Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/mal-di-schiena-e-postura-cause-ed-esercizi/ 

NON E' SOLO QUELLO CHE FAI, MA CIO' CHE PENSI DI FARE CHE FA LA DIFFERENZA.

NOI TI AIUTIAMO A FARLA!

Dolore ai piedi : cause e rimedi

Dolore ai piedi : cause e rimedi

 

Il dolore ai piedi è relativamente comune e può essere causato da diverse situazioni e patologie: possiamo sentire sia dolore nella parte superiore del piede che nell’ arco interno o sotto le dita. Altre volte è un dolore che si prova quando si appoggia il piede a terra, oppure è un fastidio che si presenta soprattutto al risveglio. Per questa serie di motivi, alla base di un dolore ai piedi ci può essere sia un’unica causa specifica sia un insieme di concause.

 

Possibili Cause

Come e quando si verifica il dolore al piede ed il punto esatto del fastidio sono gli indizi principali di quelle che possono essere le cause. Quando c’è dolore, il corpo reagisce cambiando il modo in cui si muove o funziona nel tentativo di ridurre il più possibile il dolore: per questo motivo, queste compensazioni e cambiamenti biomeccanici causare ulteriori lesioni al piede od ad altre parti del corpo, arti inferiori o colonna vertebrale.

Fascite plantare

Se il dolore è localizzato sul tallone, estendendosi a volte anche su tutta la pianta del piede, ci potremmo trovare difronte ad una fascite plantare. La fascite plantare è un’irritazione o un’infiammazione della fascia di tessuto connettivo che collega le dita dei piedi all’osso del tallone. Di solito il dolore è più intenso al mattino ed al risveglio, e diminuisce dopo aver fatto qualche passo.

Spina calcaneare

Gli speroni calcaneari sono un’altra fonte di dolore ai piedi: si tratta di escrescenze anormali di osso sul fondo del tallone. Possono formarsi indossando scarpe non adeguate per periodi prolungati oppure svilupparsi in seguito ad una postura anormale ed a microtraumi ripetuti al piede, come quelli che derivano da attività come la corsa. Le spine calcaneari possono causare dolore ai talloni sia mentre si cammina che mentre si sta in piedi.

Metatarsalgia

La metatarsalgia è un’infiammazione nella parte inferiore e frontale del metatarso, nell’avampiede.  Il dolore solitamente peggiora quando si cammina e si riduce con il riposo. La metatarsalgia è una conseguenza dell’eccessivo stress sopportato dall’avampiede: un piede troppo piatto, troppo cavo o un difetto nella postura può creare un sovraccarico difficile da gestire per il corpo, che aumenterà il peso da sopportare da parte dell’avampiede. 

 Il trattamento conservativo è diverso a seconda dell’origine della metatarsalgia ed è spesso sufficiente per ridurre il dolore. La fisioterapia permette di migliorare l’elasticità dei muscoli del polpaccio e di ridurre gli squilibri muscolo-tendinei. 

Neuroma di Morton

Il neuroma di Morton è una patologia che provoca un ispessimento del tessuto attorno ai nervi che si trovano alla base delle dita dei piedi e che causa solitamente dolore, sensazioni anomale ed intorpidimento sopra o sotto la pianta del piede. Le persone maggiormente colpite dal Neuroma di Morton sono sicuramente le donne: infatti, indossare continuamente scarpe col tacco alto o molto strette facilita l’insorgenza della patologia.

 Gotta

La gotta è una malattia metabolica che deriva da un eccesso di acido urico nel corpo: i cristalli si accumulano nelle articolazioni dei piedi, causando forti dolori e gonfiori. Il principalmente interessato e colpito dalla gotta è l’alluce.   L’aumento dell’acido urico è solitamente dovuto a fattori dietetici (come una dieta ricca di purine, sostanze che verranno degradate in acido urico dall’organismo) o fattori ereditari. 

Borsite al piede

La borsite è l’infiammazione di una borsa, ovvero una sacca piena di liquido con la funzione di cuscinetto per separare le ossa tra di loro o dalle altre parti del corpo, come tendini o muscoli.

La borsite al piede si forma solitamente a causa dei continui stress meccanici che subisce il piede, come l’eccessivo attrito o pressione dovuti a scarpe e calzature inadatte o da alterazioni funzionali e o posturali.

Dito a martello

Le dita a martello rappresentano una deformità delle dita dei piedi, più in particolare del secondo, terzo o quarto dito, che si piegano su se stesse e sull’articolazione centrale, creando un aspetto simile ad un martello; sebbene possano essere causate dall’uso di scarpe inadatte, solitamente le dita a martello sono causate da uno squilibrio muscolare tra muscoli estensori e muscoli flessori delle dita.

Frattura al dito del piede

Una frattura al dito del piede può essere causata da traumi sia diretti che indiretti: solitamente il dolore si concentra nella parte dell’avampiede e la diagnosi viene effettuata tramite una lastra  radiografica.   Mentre le fratture minori possono richiedere solo immobilizzazione, riposo, ghiaccio e antidolorifici, le fratture più severe e gravi possono richiedere un intervento chirurgico.

Alluce rigido

L’ articolazione dell’alluce va spesso incontro a rigidità a causa dell’artrosi, i sintomi principali sono dolore e rigidità articolare che peggiora nel tempo. Il trattamento si basa solitamente su farmaci antidolorifici, chinesiterapia ed esercizi di stretching, ma nei casi più gravi ed invalidanti diventa necessario un intervento chirurgico.

Calli e Duroni

I calli sono delle micro lesioni della pelle che si formano sotto e sopra le dita dei piedi, mentre i duroni sono degli ispessimenti della pelle che si formano su un punto di maggior irritazione e pressione sul piede o sulla punta delle dita.

Tendinite al piede

La tendinite è un’infiammazione acuta a danno del tendine, la struttura che unisce il muscolo corrispondente all’osso. I tendini che regolano i movimenti del piede sono particolarmente lunghi, e spesso vanno incontro ad un’infiammazione della struttura che li circonda, provocando dolore al piede in molte posizioni diverse.  

 

Esercizi per gestire il dolore ai piedi

La riabilitazione funzionale e l’allenamento terapeutico rappresentano uno dei migliori rimedi per molte patologie del piede.

Purtroppo non esistono esercizi che vanno bene per tutti i tipi di disturbo, quindi è necessario fare un attenta diagnosi prima di iniziare un programma di esercizi. Se la causa del dolore ai piedi è la fascite plantare o l’infiammazione del tendine d’Achille, esistono semplici esercizi da poter fare autonomamente che permettono di allungare i muscoli dell’arcata plantare ed il tendine, alleviando così il fastidio e prevenendo lesioni future.

  • Sedersi e incrociare il piede dolente sopra il ginocchio della gamba opposta: afferrare la base delle dita dei piedi e tirarle indietro verso di te fino a sentire un allungamento dei muscoli della pianta del piede. Tenere premuto mantenendo la posizione per 15-20 secondi e ripetere per 3 volte.
  • Sedersi e appoggiare la pianta del piede sopra un oggetto rotondo ma sufficientemente rigido (ad esempio una pallina da tennis non troppo gonfia): far scivolare il piede in tutte le direzioni sopra la pallina per alcuni minuti, percependo una sensazione di rilassamento della muscolatura della pianta del piede, e ripetere questo esercizio almeno due volte al giorno.
  • Stretching del polpaccio in piedi: mettersi difronte ad un muro con le mani appoggiate sulla parete all’altezza delle spalle e posizionare un piede di fronte all’altro. Il piede anteriore dovrebbe trovarsi a circa 30 cm dalla parete, il posteriore subito dietro. Piegare il ginocchio anteriore mantenendo il ginocchio posteriore ben teso, in questo modo sentiremo l’allungamento dei muscoli del polpaccio della gamba posteriore. Mantenere la posizione per qualche secondo, ripeterlo per una decina di volte, poi cambiare gamba e eseguire lo stesso esercizio.
  • Da posizione seduta, mettere un asciugamano sul pavimento di fronte ai piedi: tenendo il tallone ben appoggiato a terra, raccogliere l’asciugamano usando esclusivamente le dita di entrambi i piedi. Ripetere 10-20 volte.
  • Sedersi sul pavimento ed allungare per quanto possibile una gamba: prendendo un asciugamano ed avvolgendolo attorno alle punte del piede, tirare con entrambe le mani i due capi dell’asciugamano mantenendo la gamba più dritta possibile, sentendo l’allungamento dei muscoli posteriori della gamba. Tenere tirato per 30 secondi, ripetendo 3 volte per ogni gamba e piede.

Un fisioterapista specializzato è in grado di suggerire l’allenamento terapeutico con gli esercizi più efficaci per coloro che presentano particolari problemi ai piedi. 

 

Calzature per chi ha dolore ai piedi

Indossare calzature idonee fa sicuramente la differenza per quasi tutti i problemi ai piedi. Scarpe col tacco alto o calzature che stringono i piedi in punta possono contribuire allo sviluppo di deformità come dita a martello e alluce valgo e di infiammazioni come borsiti e fasciti plantari.  

I piedi cambiano la loro conformazione anatomica con il passare dell’età, soprattutto in presenza di artrite. Per questo motivo, calzature adeguate contribuiscono a proteggere i piedi da lesioni, li sostiene, li mantiene caldi, asciutti e comodi, ed a stabilizzare la caviglia evitando che vada incontro a gonfiore eccessivo.  

Calzature in pelle sono generalmente le più comode in caso di problematiche a carico dei piedi, anche se molti materiali moderni offrono comunque un’ottima traspirabilità, flessibilità e comfort.

Le scarpe giuste sono quelle comode quando si provano per la prima volta, non è necessario comprarle più piccole con la speranza che possano allargarsi ed adattarsi al piede con il consumo.   Infine, come già detto, calzature con struttura ed interno in pelle aiutano sono più traspiranti rispetto alle scarpe fatte con materiali sintetici, isolando maggiormente i piedi ed evitando umidità ed infezioni fungine.

 

 

 

Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

 https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/dolore-ai-piedi/ 

 

NON E' SOLO QUELLO CHE FAI, MA CIO' CHE PENSI DI FARE CHE FA LA DIFFERENZA.

NOI TI AIUTIAMO A FARLA!

Il Sistema Fasciale

Il Sistema Fasciale

COS’E’ LA FASCIA?

È uno strato di tessuto connettivo con duplice funzione, difatti tiene salde strutture come muscoli, vasi sanguigni e nervi, e al tempo stesso permette ad altre di scivolare delicatamente l’una sull’altra.

A seconda della sua funzione e localizzazione anatomica si distingue una:
– fascia superficiale;
– fascia assiale;
– fascia meningea;
– fascia viscerale.

La prima, detta anche pannicolare, si trova al di sotto della cute e circonda l’intero corpo ad eccezione degli orifizi (come le orbite oculari); la seconda (definita anche profonda) corrisponde al secondo strato fasciale del tronco, a livello degli arti è chiamata “appendicolare“. Prende il nome della regione anatomica in cui si trova (fascia lombare, fascia brachiale ecc…) e avvolge il muscolo, le ossa, i tendini ed i legamenti; la terza circonda sostiene e protegge le strutture neurali; la quarta, chiamata anche splancnica, si estende dalla base del cranio al bacino e riveste le cavità del tronco, i visceri, ghiandole e vasi sanguigni.

 Si comprende bene come la fascia non sia affatto un tessuto passivo, ma influenzi le dinamiche delle strutture con cui è a contatto (non solo direttamente).

 È definita come un sistema fluido tensionale in quanto possiede una propria vita, un proprio metabolismo, e trasmette potenziali d’azione piezoelettrici (generati dalla deformazione meccanica che si crea) tra cellule della fascia stessa (effetto diretto). Al tempo stesso, se non ostacolata, è caratterizzata da ritorno elastico quando sottoposta ad una tensione elettrica (effetto piezoelettrico inverso o effetto Lippmann).

La fascia si estende senza alcuna interruzione dalla testa alla punta delle dita del piede. Possiamo infatti immaginarla come una tuta aderente, elastica, viscosa e resistente.

Si basa sul concetto di tensegrità (tensile + integrity), coniato nel 1995 dall’architetto Richard Buckminster-Fuller, secondo cui un sistema è capace di stabilizzarsi meccanicamente tramite forze di tensione e decompressione che si bilanciano fra loro. Forze trasferite da un livello più alto ad uno più basso, per poi tornare come erano in origine.

COME INFLUISCE SULLA POSTURA?

Il concetto di tensegrità è presente già a livello del citoscheletro. Myers, facendo riferimento al modello di Buckminster-Fuller, ma riportando il tutto su un piano macroscopico, paragona gli assi rigidi (le barre) alle ossa e le strutture flessibili (i cavi) al sistema miofasciale.

La fascia è riccamente innervata, ciò fa sì che ci sia una stretta relazione con il nostro Sistema Nervoso.
Questo rapporto permetterà che le informazioni provenienti dalla fascia, dette informazioni cinestesiche, saranno analizzate ed il sistema risponderà inviando degli impulsi ai muscoli, generando movimento.

 Essendo la fascia un “sistema vivo”, può andare in contro ad alterazioni del suo stato di salute, dando vita a zone dense che impediscono lo scorrere indisturbato di questa.
Se il movimento è compromesso o limitato, le terminazioni nervose di quella zona non saranno adeguatamente stimolate, quindi non giungeranno le giuste informazioni all’encefalo, che muoverà quella parte in modo anomalo.

Se la condizione precedentemente descritta perdura nel tempo, una fascia retratta può inficiare sulla postura determinando delle modificazioni permanenti che possono causare squilibri posturali.

MA COSA SI INTENDE PER POSTURA?

Moshe Feldenkrais indica la postura come “attura”.
La intendeva come adattamento dinamico del sistema corpo-mente nella continua interazione con l’ambiente, non più come un fenomeno statico.
Fu così che creò il termine “attura” come sintesi di azione e postura.

 Una “buona postura” indica dunque una capacità di assestamento efficiente rispetto ai continui stimoli esterni (e interni) per il mantenimento di un equilibrio (statico e dinamico) e per muoversi dunque con miglior economicità.

 

Dott.ssa Francesca Vespasiano

 

NON E' SOLO QUELLO CHE FAI, MA CIO' CHE PENSI DI FARE CHE FA LA DIFFERENZA.

NOI TI AIUTIAMO A FARLA!